Al centro del paese di Valdenogher, in provincia di Belluno, possiamo ammirare il singolare manufatto detto Casa dell’Alchimista o Casa del Cinquecento.
Parte di una cortina di edifici, si distingue per lo stile tardogotico del fronte principale. L’edificio si compone di due blocchi: quello sulla strada è di origine cinquecentesca, mentre quello sul retro, correlato con il primo e raggiungibile con un viottolo in salita, è ottocentesco ed è attualmente adibito a museo, con sala audio-video e punto informazioni. Si suppone che il corpo villa sia stato voluto nel Cinquecento da un alchimista quale sua abitazione e laboratorio.
Nel XVIII sec., quando andò in proprietà ad Alessandro Bortoluzzi, i cui discendenti contribuirono alla denominazione di Palazzo dei Lissandri, vennero apportati sostanziali cambiamenti al manufatto donandogli l’aspetto attuale.
Si ipotizza che il volume dell’edificio principale sia stato eretto secondo principi legati al mondo alchemico, per il quale il numero tre aveva un profondo significato e corrispondeva alle principali fasi dell’Opera alchemica: Nigredo, Albedo, Rubedo. L’intreccio e la fusione di tale influsso con la tradizione della villa veneta contribuirono alla creazione della composizione su tre piani, con fronte tripartito e tre arcate a sesto ribassato al piano terra, dalle caratteristiche architettoniche estranee ai canoni costruttivi locali.
Il prospetto sulla strada è caratterizzato da pittoreschi quanto originali elementi simbolici di origine cinquecentesca, quali ad esempio l’uso della pietra rossa “de La Secca”, facilmente deperibile, contaminati da elementi settecenteschi, come le colonne dipinte che sottolineano la tripartizione del fronte. Interessanti trabeazioni decorano le finestre rettangolari; splendida, al piano nobile, la bifora ad arco trilobato con bassorilievi, sostenuta da colonnine con capitelli e sormontata da un architrave. Al piano terra, colonne doriche sostengono archi ribassati con chiave d’arco, di cui solo quello centrale è tuttora aperto a causa delle manomissioni settecentesche.
L’interno, suddiviso in un ambiente centrale e salette laterali, presenta al piano terra quattro sale, tutte con pavimenti in pietra, di cui una cantina e una stanza contenente l'”Athanor”, l’antico focolare dell’alchimista. Al piano superiore, sul salone illuminato dalla bifora, interessanti la Sala Nuziale, dipinta con raffinati motivi a fresco, e un’altra saletta decorata con soggetti simbolici e specchiature. Da notare l’assenza di canne fumarie nell’edificio, rimpiazzate al piano primo con un foro sopra le porte necessario a far fuoriuscire i fumi, che annerirono pesantemente le travature lignee.
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