Agriturismo del ‘700
Nel complesso di Villa Mussato-Busetto nasce una nuova dimensione del ricevere: l’agriturismo le Risare, situato nelle barchesse della villa settecentesca, è un luogo di storia ed arte, immerso in una tenuta di oltre 100 ettari.
Le barchesse, un tempo fulcro dell’economia rurale, sono state oggi attentamente restaurate, nel rispetto delle linee architettoniche e dei materiali originali.
La campagna circostante è a disposizione degli ospiti che desiderino passeggiare, fare escursioni in bicicletta o rilassarsi dopo un itinerario turistico o una riunione d’affari.
Secondo antichi testi, nel Medio Evo Busiago era una località importante, proprietà del vescovo di Padova. Nel 1278 ne era signore Viviano de Muso, capostipite della famiglia Mussato. Più tardi, a metà del ‘400, Galeazzo Mussato della Concariola fece erigere la chiesa parrocchiale che fu completata nel 1461 e con bolla del Papa Pio II°, ne ottenne lo juspatronato, cioè il potere di nominare il parroco, potere esteso in perpetuo alla famiglia Mussato.
Sembra che anticamente il centro della proprietà fosse un castello o più probabilmente un centro fortificato dove contadini e raccolti potevano essere difesi da ogni evenienza.
Nei primi anni del ‘700 Vitaliano Mussato ottenne dalla Dominante (la Repubblica di Venezia) l’uso di acqua dal Brenta, convogliata a Busiago attraverso il Cioro e il Ghebbo, con la quale potè impiantare una risaia di 200 campi padovani e una pila per lavorare il riso. Le migliorate condizioni economiche permisero a Vitaliano di aggiungere alla casa rustica un corpo anteriore padronale in stile neoclassico, composto di cinque saloni affrescati con scalone centrale.
La facciata reca sul frontone e a lato dell’ingresso, lo stemma del “musso” rampante, emblema di famiglia. Anche le grandi barchesse furono edificate nel ‘700, per poter provvedere all’immagazzinamento dei cereali, a completamento di quella di tramontana, che comprendeva la pila del riso e che risale al XVI° secolo. Con la caduta della Serenissima e la successiva dominazione napoleonica, la famiglia Mussato decadde e dal 1869 la proprietà passa alla famiglia Busetto che la detiene tuttora.
Nel 1897 la risaia funzionava ancora, ma già nel 1912 veniva installato il mulino, segno forse della minore importanza attribuita alla coltivazione del riso rispetto a quella del mais e del frumento. Nel 1918, in piena Grande Guerra,la proprietà ospitò un aeroporto militare dal quale partivano missioni di ricognizione e di offesa verso le vicine trincee del Grappa, del Montello, del Piave. Fino agli anni ’60 del secolo scorso le barchesse erano abitate da numerose famiglie di mezzadri e coloni e l’azienda costituiva una importante fonte di lavoro per la gente del posto.
Ora l’economia è cambiata, ma le usanze religiose della parrocchia segnano ancora l’importanza rivestita dalla tenuta per gli eventi del luogo: tutte le ricorrenze più importanti del calendario liturgico vengono celebrate con processioni che giungono alla corte Busetto, ove nella barchessa nord, due immagini sacre, un Sant’Antonio affrescato nell’androne del mulino e una Madonna nella sua nicchia sotto il porticato, costituiscono ancor oggi motivo di devozione. I recenti restauri durati oltre due anni hanno restituito all’antico splendore le barchesse e il parco, riaprendo arcate, rendendo alla vista splendide strutture in legno, riscoprendo l’antica aia o “seese”, dove si metteva a seccare il grano.
A Villa Busetto si tengono importanti eventi e manifestazioni: ricordiamo da quarant’anni il gemellaggio tra Busiago e Serres Castet nei Bassi Pirenei e, da quasi vent’anni, il ciclo di eventi dedicato agli Artisti locali, con spettacoli di arte varia, musica, recitazione e pittura. Una sala nelle barchesse è riservata ai matrimoni e ai ricevimenti.
Le Risare è un complesso situato nelle barchesse di Villa Mussato Busetto che comprende: sala per ricevimenti e matrimoni e bed and breakfast con sei camere arredate sul tema storico. A disposizione degli ospiti: parco-giardino per servizi fotografici, buffet e antipasti. Ampio parcheggio interno.
L’agriturismo Le Risare, situato nelle barchesse di Villa Mussato Busetto, è un luogo di storia ed arte immerso in una tenuta di oltre 100 ettari a Busiago in provincia di Padova, Veneto. Le barchesse, un tempo fulcro dell’economia rurale, sono state oggi attentamente restaurate, nel rispetto delle linee architettoniche e dei materiali originali.
Situato a pochi chilometri dalle maggiori città d’arte del Veneto: Padova, Venezia, Treviso, Vicenza, Bassano, l’agriturismo Le Risare e la campagna circostante sono a disposizione degli ospiti che desiderino passeggiare, fare escursioni in bicicletta o rilassarsi dopo un itinerario turistico o una riunione d’affari.
I colori e i profumi dell’antica corte rurale resistono intatti nella loro autentica genuinità.
Le Risare offrono sei ampie ed accoglienti camere matrimoniali ricavate in una delle abitazioni rurali del complesso, un tempo occupata dai mezzadri del fondo, cui si accede dal portico rustico.
Tutte le stanze, caratterizzate da soffitti con travatura a vista, si affacciano sui vigneti o sulla corte storica.
AVIOCAMPO / STORIA
Nella fredda mattina del 7 dicembre 1917 inizia la storia dell’aeroporto militare di Busiago con la formale comunicazione di requisizione della proprietà Cesare Busetto da parte del Sindaco di Campo San Martino. Con Caporetto appena alle spalle la situazione è drammatica: non è una ritirata strategica quella in atto, ma un vero e proprio crollo emotivo che travolge tutti. Bisogna arretrare reparti, installazioni, comandi e la grande campagna di Busiago offre le condizioni ideali per installare piste, ricoveri, soldati della nuova arma: l’aeronautica. “D’ordine del Comando Supremo-Ufficio Servizi Aerei, il prato detto di San Donà e adiacenze dovrà essere sistemato per farne campo d’aviazione. I lavori saranno iniziati subito” si legge sull’atto di occupazione firmato dal Tenente Ing. Vittorio Almagià … sul retro del suo biglietto da visita (!). In pieno inverno cominciano i lavori, vengono interrati fossati e canalette di irrigazione, costruite nuove strade di accesso, tracciata la pista, costruite le baracche per il personale militare (“senza finestre”, come ricorda in una lettera uno dei piloti). La pista, lunga circa 500 metri in direzione nord – est, porta diritta alle colline del Montello. Per gli aviatori italiani pochi minuti di volo in linea retta sono sufficienti per giungere in zona di combattimento, faccia a faccia col nemico. A giugno del ’18 sul Piave infuria la battaglia decisiva scatenata dal nemico, cade Francesco Baracca. A Busiago tutto è ormai pronto con l’arrivo delle squadriglie: l’89.ma e la 90.ma riunite nel XXII Gruppo al comando del Capitano Francesco Fourquet e assegnato alla Massa da Bombardamento.
In agosto le sorti della guerra sono ancora incerte e le incursioni aeree da entrambe le parti (il nove D’Annunzio vola su Vienna) si susseguono con bombardamenti nemici anche nei centri vicini a Busiago (Cittadella e Castelfranco) per cui si parla insistentemente di ingrandire l’aeroporto militare con l’arrivo di nuovi reparti. Il XXII Gruppo partecipa attivamente alla battaglia di Vittorio Veneto con attacchi al suolo a basi, ferrovie, truppe in movimento. Il solo giorno 27 ottobre manda ben trenta missioni contro il nemico. Il repentino crollo tedesco e la battaglia di Vittorio Veneto pongono fine al conflitto, ma lo smantellamento della struttura militare sarà lunga e per alcuni versi tragica: il 12 dicembre si schianta dopo un volo di prova il comandante della 89.ma squadriglia, tenente Carlo Roccari.
La guerra, giunta a Busiago sulle ali degli SVA 5 lascia una situazione di grande difficoltà causa la perdita dei raccolti e lo sconvolgimento delle pratiche agricole.
La disperata necessità di trovare sostentamento qui, come nei paesi vicini, è documentata dai lunghissimi elenchi dei poveri del comune dai quali attingere manodopera per la riconversione dei fondi agricoli requisiti e dai numerosi scritti di richiesta di lavoro. Tutto ciò contrasta con l’esasperante lentezza della burocrazia militare, oberata da mille necessità, nella restituzione dei fondi e nel pagamento dei risarcimenti: non si esita a interessare il Ministro dell’Agricoltura in persona. Nell’estate del 1919 l’ultimo militare lascia Busiago, le squadriglie riorganizzate volano in Africa (Libia), la campagna viene definitivamente ripristinata nel 1921. Nulla sarà più come prima…
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