Villa Giusti Bevilacqua, conosciuta come “Palazzo Rosso”, è una villa veneta cinquecentesca dei Giusti del ramo di S. Anastasia.
Se ne vuole il palazzo, costruito nel 1580 da Gerolamo Giusti, sposo a Eurizia Verità, i cui figli eredi Gasparo e Francesco impalmarono rispettivamente Ginevra Dalla Torre e Antonia Bevilacqua Lazise: gli stemmi fra i fregi ne fanno fede. In epoca imprecisata passò alla casata di Antonia. La dimora signorile è un piccolo ma elegante edificio con atrio ad archi bugnati sormontati da quattro esili paraste inquadranti tre finestre del piano nobile, mentre sette finestrelle tonde sotto gronda ravvivano la singolare facciata tinta di rosso marrone, cui si deve il soprannome della villa, “Palazzo Rosso”.
Tutti gli ambienti interni, comprese le scale, sono decorati con affreschi. Molti sono del tardo cinquecento, dell’epoca della costruzione dell’edificio. Al piano terra una stanza è decorata con mascheroni reggenti cesti di frutta e una seconda con fascia di graziosissime grottesche sotto il soffitto, per le quali non sembra azzardato fare il nome di Bernardino d’India. Di effetto decisamente più scenografico il salone al primo piano. Vi si accede attraverso una scala con volta e pareti pure affrescate: un pergolato fiorito sul quale giocano degli angioletti, chi volando con ghirlande e chi suonando il mandolino. Più tarda è la Madonna sulla sommità della scala, attribuita a Pietro Rotari. Nel salone due grandi scene bibliche, con il ritrovamento di Mosè e con Mosè che difende le figlie di Jetro, sono incorniciate da una larga fascia decorativa con inserzioni di angioletti, musicanti, uccelli è strani motivi di scimmie e di bambini bianchi e mori che imboccano fauni con le mani legate; vicino ad ognuno è raffigurato un animale. Lateralmente, alte cariatidi su piedestalli fingono di sostenere il soffitto ligneo.
Nel 1922 la villa fu restaurata e fu in quella occasione che togliendo l’intonaco dai muri vennero riscoperti gli affreschi. La copertura di calce fu resa necessaria per la disinfezione dei locali dovuta all’epidemia pestilenziale del 1630. Il restauro venne curato dal pittore Angelo Zamboni che affrescò con paesaggi e ambientazioni della vallata, gran parte del salone al piano inferiore laddove gli affreschi cinquecenteschi non erano più recuperabili.
Corte Palazzo Rosso offre ai suoi ospiti un mix di vecchio e nuovo.
L’area che ora ospita l’alloggio era in origine un fienile ristrutturato secondo i più recenti parametri di risparmio energetico.
Si è però voluto mantenere e far rivivere “l’anima” della struttura originaria riutilizzandone alcune componenti riconvertite alle attuali esigenze: le vecchie porte sono diventate testate dei letti, la trave di colmo del tetto si è trasformata in tanti comodini, la scala a pioli, che portava nel granaio, in un originale appendi-abiti.
Inoltre molti dei mobili provengono dalle soffitte della Villa e, dopo un accurato restauro, ora rivivono una loro seconda vita.
Ecco così che da un recupero di spazi inutilizzati si è creata una piccola struttura ricettiva, dove gli ospiti potranno sicuramente trascorrere in totale rilassatezza la loro vacanza, dedicandosi alla lettura nel giardino antistante, attrezzato con vasca idromassaggio e lettini prendisole.
Corte Palazzo Rosso B&B ha 3 camere matrimoniali.
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VILLA
B&B
Aperto tutto l’anno.
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WIFI GRATIS
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