Villa Roberti
Una villa che emoziona per la bellezza dei suoi ambienti ed il fascino secolare. Splendidamente decorata dal genio di Zelotti e Veronese con scene ispirate agli amori degli dei, Villa Roberti, con l’ampia Barchessa, l’insolita Torre e il verde Bosco, è custodita in un dolce e prezioso paesaggio capace di regalare inattesi angoli di paradiso. Villa Roberti è straordinaria testimonianza della civiltà delle ville venete e della tradizione rurale del territorio padovano. Ancora oggi gli ambienti interni ed esterni si preservano pressoché integri e contribuiscono a raccontare l’affascinante passato della villa.
La famiglia Roberti era una delle più influenti di Padova per il prestigio degli incarichi diplomatici e per l’enorme ricchezza accumulata grazie all’attività di banchieri.
Attorno al 1544, il canonico Girolamo commissionò all’architetto Andrea da Valle l’edificazione del complesso monumentale destinato a diventare la dimora dei Roberti, sopra le fondamenta del medievale Castello dei Maccaruffo, di cui tutt’ora rimangono la Torre e il pozzo gotico antistante la Barchessa.
Andrea da Valle, coevo di Palladio e Falconetto, celebre per i suoi interventi a Santa Giustina in Prato della Valle e al Duomo di Padova, terminò i lavori nel 1553. Contemporaneamente un gruppo di pittori provenienti da Verona attorno al 1550, fu chiamato ad affrescare i muri esterni e i saloni interni della Villa.
I Dipinti a fresco delle sale e delle mura esterne della Villa sono certamente tra i primi lavori eseguiti dal gruppo di artisti veronesi. Realizzati dal 1550, furono eseguiti da GiovanBattista Zelotti, Paolo Veronese e Antonio Fasolo.
La famiglia Roberti, raffigurata nelle due scene di vita nella loggia, accoglie il visitatore che, attraverso il vestibolo delle Grottesche e dei Paesaggi (la Laguna e i Colli Euganei) accede al sontuoso Salone del Piano Nobile, caratterizzato dal soffitto decorato alla sansoviniana. Zelotti, affresca otto scene mitologiche tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, che narrano degli amori tra divinità e mortali. Risultano interessanti le figure dei Giganti e delle Virtù delle sovrapporte e l’episodio di Venere e Adone, attribuiti al Veronese.
La Torre trecentesca assieme al pozzo davanti alla barchessa sono tutto ciò che resta del Castello dei Maccaruffo, sulle cui rovine fu costruita la villa. Sulla torre sono ancora visibili tracce di affreschi con lo stemma dei Carraresi, a cui i Maccaruffo restano fedeli fino alla sconfitta. Nei secoli successivi la torre fu adibita a colombara, ma grazie ai moderni restauri è stata riportata alla sua bellezza originaria,ed attualmente è adibita ad appartamento.
La barchessa invece risale alla fine del ‘400 ed è un tipico esempio di architettura funzionale all’attività agricola della villa. Al suo interno si trovano due grandi camini rinascimentali, il portico cadenzato da otto archi poggia su colonne ingentilite da capitelli con lo stemma dei Roberti. Oggi la Barchessa è attrezzata per accogliere meeting, feste ed eventi aziendali e privati
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